Abbiamo già detto dei suoi incontri ravvicinati con Freddy Krueger. Non abbiamo ancora parlato, però, dell’interminabile saga di cui Jason Voorhees è protagonista, quella di Venerdì 13, cominciata quando ancora l’Italia aveva vinto solo due Mondiali e non ancora conclusa oggi, che siamo a quattro Coppe del Mondo e puntiamo all’Europeo dell’anno prossimo. Parentesi calcistica a parte, la storia del ragazzino creduto morto annegato in un campeggio e successivamente trasformatosi in serial killer di altri ragazzini nel medesimo campeggio (si chiama Crystal Lake, se passate in zona tenetevi alla larga) è cresciuta a dismisura negli anni. Al punto che dopo il Capitolo finale, il quarto film della serie, ne sono arrivati altri otto (otto!), tra cui Jason va all’inferno, Jason vive, Jason – Il male non muore mai. Nel quale, addirittura, Jason risorge per l’ennesima volta senza una spiegazione plausibile, e alla fine del film finisce addirittura scaraventato nello spazio. Arrivati questo punto, l’idea di un remake (quello datato 2009 e firmato dal regista dell’imminente Conan 3D Marcus Nispel) deve essere sembrata una ventata d’aria fresca – e di logica – persino al povero Jason, che ne avrà le tasche piene di uccidere e farsi uccidere…
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